
Siamo ad un passo dal baratro. E stiamo pensando se saltare o no. E ci poniamo anche la domanda se sia giusto saltare. Ci stiamo per sacrificare sull’altare della Storia, convinti che il nostro sacrificio sia dovuto, e che sia doverosamente giusto immolarsi per una causa superiore. L’immunità di gregge è vicina, titolava un servizio del telegiornale ieri sera. Le vaccinazioni procedono, la tabella di marcia è precisa, metodica, allineata al pensiero dominante. La paura della morte la fa da padrona. L’esercito arriva dove il vaccino da solo non può arrivare. Se qualcuno ha difficoltà a recarsi presso i centri per il suicidio assistito, ergo i centri vaccinali, lo Stato predispone che questi vadano dal cittadino. Le frazioni più isolate sono il nuovo baluardo della misericordia; i vecchi, che da soli non potrebbero accostarsi all’iniezione letale, devono esser raggiunti ed immunizzati. Tutti devono godere della salvezza. E’ un atto di estrema carità, di umanità. Così, senza ulteriori indugi, la corrente mediatica unilaterale si prodiga nell’informarci che il piano vaccinale sta funzionando a dovere, che i casi sono in calo, e che presto torneremo ad una nuova, gloriosa, normalità. A ben vedere, tuttavia, saltano all’occhio alcune contraddizioni macroscopiche. Esattamente come un anno fa, proprio nel mese di Maggio, cessava il primo, doloroso, lockdown; l’Italia, e il Mondo con lei, metteva la testa fuori dalle mura domestiche, esponendosi, dopo settimane di reclusione coatta, ai benefici raggi solari. Le città si dischiudevano come alveari di fronte alla Primavera; le operose api potevano tornare a respirare l’aria pulita e il lavoro poteva riprendere nella sua quotidianità. La mascherina non era obbligatoria all’aperto, e il suo uso era imposto solo all’interno di ambienti chiusi. Oggi, dopo dodici mesi di nuove restrizioni, chiusure, segregazioni domiciliari, la situazione è ben peggiore. Nonostante i sedicenti vaccini la mascherina è obbligatoria anche all’aperto, le scuole funzionano a singhiozzo e la gente si osserva con timore. Tutti hanno il sospetto che il vicino possa trasformarsi da “amico” ad “untore”, molti temono che il contagio strisci in loro e che li sottragga a questo mondo. Troppi hanno paura. E non se ne comprende la ragione. Se davvero tutto questo carrozzone mediatico fosse corrispondente al vero non dovremmo temere più nulla: i vaccini dovrebbero emanciparci, e la vita riprendere a fluire con la consueta cadenza giornaliera. Ma, pare, non sia così. I vaccinati, a detta dei più eminenti virologi, devono continuare a portare la mascherina, possono contagiare ed essere contagiati. Ma, allora, a cosa è servita tutta questa corsa all’immunizzazione, e, di grazia, se la situazione è addirittura peggiore di un anno fa, cosa diamine è questa fantomatica immunità di gregge? Forse vogliono farci capire che, esattamente come le pecore, necessitiamo di un leader da seguire ciecamente, anche se questo non sa più che pesci pigliare per raggirarci. E i cani da pastore che ci serrano in fila sempre più compatte che scopo hanno? Perché ci troviamo stretti in questa morsa da cui non riusciamo a divincolarci? Cosa ci impedisce di toglierci, tutti all’unisono, la mascherina e dimostrare la sua totale inutilità? Le autorità si stanno rendendo conto che la bugia non regge più. Troppe le lacune nelle spiegazioni date, troppe le scuse per non far riaprire i locali pubblici, troppe anche le voci che continuano, ostinatamente, a convincerci che siamo ancora in pericolo. “Repetita Iuvant”, certo, i Latini avevano perfettamente ragione, ma il motto si ribalta facilmente: anche le bugie, ripetute all’infinito, finiscono per entrare in noi, tanto in profondità da non potercene più liberare.
Per quanto ci si sia inoltrati per la via della menzogna, è sempre meglio fermarsi che continuare a percorrerla. La menzogna davanti agli altri è solo svantaggiosa: ogni questione viene sempre risolta in modo più diretto e più rapido con la verità che non con la menzogna. La menzogna davanti agli altri non fa che confondere le cose e allontanarne la soluzione, ma la menzogna davanti a se stessi, data per verità, rovina tutta la vita di un uomo.
(Lev Tolstoj)
Prendiamo, tanto per citare uno tra i casi più eclatanti, i dati dell’Oms sull’influenza stagionale. I casi di decesso, nell’Inverno del 2020, sono quasi pari a zero. Pare quantomeno sospetto che una delle malattie più comuni abbia azzerato in una sola stagione il suo indice di mortalità. Quindi o la notizia è che abbiamo debellato l’influenza stagionale, o dobbiamo accettare l’idea che il corona virus l’abbia del tutto scalzata dal suo ruolo di mietitrice. Ma, difficilmente, nelle storia si è osservato un così netto avvicendamento tra due malattie. Vi è sempre sovrapposizione, periodi alterni in cui una prevale sull’altra, focolai sparsi e recrudescenze improvvise. Vien da domandarsi che cosa abbia fagocitato questo male che l’umanità si porta dietro da millenni! A questo punto dovremmo ringraziare, quasi venerare, chi abbia affinato in laboratorio il coronavirus; dobbiamo dargli atto che è riuscito a sconfiggere l’influenza stagionale! Dobbiamo proprio ringraziare la Cina: ci ha liberato di una malattia che non riuscivamo ad inquadrare con chiarezza, e che presupponeva, ogni inverno, un vaccino costantemente corretto ed aggiornato per combatterla. Quattro mesi, o poco più, e nel 2020 si è verificato il miracolo. Quindi, fiduciosi, possiamo tranquillamente asserire che i vaccini contro l’influenza stagionale non servono più. Magari potremmo anche convincerci che non siano mai serviti, visto che tutti i corona virus sono mutevoli, soggetti a repentine variazioni, e predisposti per autoimmunizzarsi all’azione dei farmaci. E allora, vien da chiedersi, ma che utilità potrebbe mai avere un vaccino che si è già dimostrato inefficace contro la stessa influenza stagionale, cugina stretta del famigerato Covid-19? Beh, la risposta è che si è cambiato passo con questi nuovi vaccini: ora si punta sull’mRna, sulla modifica genetica delle cellule, indotte a produrre ex novo una proteina -Spike- che non hanno mai prodotto. Il paragone non calza a pennello, ma è come se ad una fabbrica di guanti si imponesse, dall’oggi al domani, la produzione di componenti per lo Shuttle. Vien da sé che qualche errore, soprattutto nelle prime fasi di produzione, sarebbe da considerarsi come parte del progetto di riconversione; e che i primi manufatti, fuoriusciti dalla suddetta fabbrica, necessitino di controlli ed aggiustamenti. Mancherebbe il tempo per omologare i nuovi processi produttivi, per renderli sicuri e scevri di difetti. Mancherebbe l’esperienza; la stessa esperienza che ci insegna che, da quando sono stati inventati i vaccini, occorrono lunghi anni di sperimentazione prima che questi siano stabili ed efficaci. Questa volta invece, a differenza di tutte le altre, la fabbrica di guanti ha prodotto i finestrini dello Shuttle in una notte, e questi, perfetti e senza omologazione, sono stati subito installati sulla navetta pronta ad ascendere nell’immensità del Cosmo. Certo, la fabbrica e andata ripetutamente a fuoco, molti operai sono morti, ma i finestrini ora sono stati installati. Il fatto strano, o curioso, è che chi abbia imposto questa trasformazione repentina di produzione abbia sentito la necessità di tutelarsi dagli effetti collaterali delle loro imposizioni. Ogni casa farmaceutica ha predisposto accordi con i governi, ovviamente ed inspiegabilmente rimasti segreti anche agli stessi governi, e non ha perso tempo nel mettersi al riparo delle voci dei contestatori. Hanno pensato bene di far firmare una liberatoria che li esonerasse da ogni responsabilità, esattamente come è prassi per chi viene coinvolto nelle sperimentazioni farmaceutiche più all’avanguardia. A memoria non ricordo di condizioni nemmeno lontanamente paragonabili. Non solo hanno preteso che il mondo intero facesse da cavia, ma hanno anche fatto in modo che i condannati a morte li discolpassero preventivamente. Una mossa degna del miglior Kasparov, costantemente avanti di tre mosse rispetto al cervellone elettronico contro cui si confrontava. E, a quanto pare, hanno avuto ragione: la gente si è messa in coda per farsi vaccinare, i loro profitti sono schizzati alle stelle, e la loro immagine pubblica si è messa al riparo da ogni possibile contestazione, o quasi. I dissidenti, che per fortuna esistono, sono stati bollati come pazzi, come antiprogressisti, come complottisti della peggior specie. Un po’ come avvenne con quei tedeschi che nutrivano dubbi sulla figura del loro beneamato concittadino. Adolf sosteneva che gli Ebrei (e gli zingari, e i diversi, e gli inabili, e i malati di mente) fossero un male non tollerabile, e che andassero eliminati. Così, dall’oggi al domani, dalla sera alla mattina, dalla notte dei Cristalli al mattino del suo insediamento nel Reichstag (non propriamente nel Reichstag, dato che aveva pensato bene di metterlo a ferro e fuoco), comparvero tante stelline gialle sulle bluse di alcuni suoi concittadini, con il placido benestare della maggioranza della popolazione teutonica. E per poco le sue idee non dilagarono anche in Gran Bretagna e nel resto dei paesi anglofoni. Henry Ford, il padre della catena di montaggio, era un suo grande sostenitore, così come anche i due parlamentari inglesi William Joyce e John Beckett, promotori del British Union of Fascists, il protopartito con idee filonaziste che nacque nel 1932 (e morì nel 1940). Ora le stellette gialle sono fuori moda, gli Esastellati che si celano dietro ai vaccini sanno che non ci si può più mascherare dietro l’ideologia razziale per scatenare una guerra. I campi di concentramento sono roba vecchia, già usata ed inflazionata. Hanno assolto il loro compito, sono riusciti a farci credere che il Popolo Eletto sia la vittima sacrificale, e hanno posto la Cristianità in una condizione di sudditanza ogni volta che solleva lo sguardo al Candelabro a sette bracci. I lager non si possono più utilizzare, nemmeno se si cambia il campione di popolazione che si vuole internare. Le moderne tecnologie hanno generato tecnocrazie vigili ovunque: l’occhio del Grande Fratello spia troppo capillarmente, e certi segreti non possono esser più così agevolmente celati. Bisogna esser più subdoli, più sottili nel ragionamento, senza, tuttavia, far a meno delle stellette gialle. Il colpo di genio è stato quello di sovvertire l’ordine degli eventi: non sono più i reclusi a vestire il pigiama a righe, sono i “normali” a volersene appropriare, convinti, per di più, che sia una loro libera scelta. La stelletta gialla si è tramutata in adesivi virtuali da allegare alla propria foto profilo, testimonianza diretta del coinvolgimento dell’individuo nel processo di omologazione vaccinale. Con estrema abnegazione il popolo si fregia di questa mostrina, sbandiera senza pudore l’appartenenza alla casta dei vaccinati, sbraita con ferocia il suo aderire al piano del maligno. Qualcuno non sopravvive a lungo, ma pazienza, altri prenderanno il suo posto, pronti a prodigarsi nel far accettare ad altri l’ineluttabilità della pratica cui si sono sottoposti. La Chiesa ci mette del suo, si schiera, si lancia in accorate prediche teologico-mediche, sostiene chi dovrebbe criticare e si batte per far accettare l’inaccettabile. Il crimine che si cela dietro la produzione dei vaccini diventa un male necessario per la salvezza collettiva, e il dissidente, sempre più solo ed emarginato, viene costretto a questa coercizione di massa. Quando il pass vaccinale diventerà realtà verranno accettate le nuove imposizioni senza batter ciglio. La libertà esalerà l’ultimo respiro, fucilata ed abbattuta da mitragliatrici caricate a siringhe. Ma, ben attenti, questo pass sarà solo temporaneo, scadrà dopo nove mesi, e sarà necessario rinnovarlo. Quindi altre iniezioni, altri tamponi, altri intrugli iniettati sotto pelle. Ad un certo punto avremo tutti la blusa zeppa di onorificenze al merito, esattamente come già ci mostra l’Alpino al comando. Avremo sul petto tante medaglie quante saranno le dosi di vaccino che avremo saputo sopportare. Chi una, chi due, chi tre, chi sei. Come soldati partiti per la Santa Crociata Pandemica verremo restituiti alle nostre famiglie avvolti nella nostra bandiera di sudditanza. Lo Stato si farà carico di incenerirci, e la memoria collettiva di dimenticarci in fretta. Dopo ogni dose di veleno diventeremo sempre più schiavi, sempre più asettici e docili, pronti per vestire la divisa di valletti del Regno dell’Anticristo.

I più recenti studi, trapelati dalle stesse case farmaceutiche promotrici della vaccinazione, mettono in guardia dai contatti tra “normali” e non vaccinati, la contaminazione deve esser segnalata, e le sintomatologie sorvegliate, esattamente come se fossimo tanti topolini chiusi in un labirinto di vetro. Annasperemo per cercare il formaggio, ma saremo talmente spersonalizzati da non riuscire nemmeno a comprendere perché lo stiamo facendo. Il mondo degli Oligarchi ci vuole zombie, vessati e felici, proprietari del nulla, e soprattutto non del nostro intelletto. Da anni ci convincono che non esista dualismo, che non esistano Bene e Male, che Luce e Tenebra siano la stessa cosa. Il cieco relativismo, che ci impone di filtrare tutto attraverso il nostro anossico benestare, ci convincerà che siano le sfumature ad esser divenute la realtà. Il libero arbitrio sarà sostituito dal bene collettivo, sapientemente indirizzato per coincidere con quello filantropicamente deciso dai pochi che decideranno cosa ne sarà di noi. Fateci caso: dapprima sono spariti i confini nazionali, poi sono sparite le Monete statali, infine l’unico cervello pulsante d’Europa si è arrogato il diritto di decidere quanto avremmo potuto avanzare nella scala gerarchica d’Europa. Grecia, Spagna, e ora, Italia, sono bestie zoppe da mandare al macello, futuri campi profughi da riempire dei nuovi servi della Gleba dalla pelle scura e dalle parlate gutturali. Noi, i cittadini comuni, siamo appena un gradino al di sopra degli schiavi, illusoriamente indotti a credere che non faremo la stessa fine.
La Mente d’Europa, Mamma Germania, non paga di aver scatenato due conflitti mondiali, ora sta lavorando alacremente per fomentarne un terzo. Non sarà più guerra di trincea, non sarà nemmeno più guerra di conquista, ma sarà guerra di pulizia teologica, sarà un conflitto volto ad annichilire l’Uomo in quanto figlio di Dio. Tramite la finanza e la medicina si opererà l’involuzione della creatura Uomo. Regrediremo da civiltà monoteistica a nugolo di bestie politeistiche. Le nuove divinità saranno le Scienze, la Tecnologia, la distorta ideologia pansessuale, l’Ecumenismo globale del Gaucho Blanco, l’Ecologia, il Buco nell’Ozono, la CO2. Adoreremo il vitello d’oro della scienza e ci prostreremo dinanzi a Gaia, colpevolizzati come eco-criminali, e in lacrime per averla ferita. Uccidere il dualismo tra Bene e Male ci farà accettare ogni capriccio in nome del rispetto reciproco, rispetto falso e senza Amore, volto solo a non pestare i piedi a chi ci sta di fianco, chiudendo gli occhi e ignorando ogni nefandezza che ci verrà propinata come legittima dal profeta di turno. Oggi si negano l’Uomo e la Donna, domani si arriverà ad una cinquantina di generi diversi, liquidi ed intercambiabili come la melma che scorre nei pensieri di chi li ha sostenuti fino allo spasmo. Ma anche questi nuovi ominidi verranno liquidati, troppo restrittivi nei loro canoni ambigui, e verranno soppiantati da un nuovo pensiero individuale, dove ognuno avrà una sua religione, un suo sesso, una sua razza e un suo metro quadrato da gestire liberamente; sempre nel rispetto del politicamente corretto.

Se chiudo gli occhi immagino scuole, ed edifici pubblici, con un bagno dedicato ad ogni sottocategoria sessuale; immensi casermoni dove ognuno potrà espletare i suoi bisogni fisiologici nella stanza a lui più congeniale. Siamo talmente ansiosi di ottenere la libertà individuale, di sovvertire le basilari regole preconcette, che ci dimentichiamo di aver già ricevuto delle Regole Generali. Non parlo del buonsenso, che, comunque, a grandi linee, dovrebbe farci discernere almeno il giusto dallo sbagliato; ma mi riferisco ai Dieci Comandamenti. Non ci rendiamo conto che la deriva che siamo prendendo li nega minuziosamente, nega il concetto di padre e di madre, nega il concetto di Dio, nega il concetto di fedeltà. Prestiamo molta attenzione, perché il prossimo passo sarà negare la Vita in quanto tale. I primi passi in questa direzione sono l’eutanasia e l’aborto, ma non manca molto al momento in cui qualcuno sosterrà di voler veder legittimato il suo diritto ad uccidere. E dovremo rispettarlo, ovviamente. Ormai tutte le istituzioni stanno cedendo, e nemmeno più la Chiesa sembra opporsi al rullo compressore che tutto equipara e tutto appiattisce, non ci resta che resistere a questo assalto demoniaco, non ci resta che rifiutare con forza l’imposizione del vaccino e le porcate pansessuali, altrimenti, più prima che poi, saremo tutti costretti a rinchiuderci nei nostri personalissimi lager. Le nostre case diventeranno le nostre prigioni, colme di tecnologia, traboccanti di boriosi -e miopi- uomini di scienza, ma totalmente prive di miti Uomini di Fede.

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Il problema è proprio che la Chiesa non si oppone più.
È arrivato il momento in cui è il Pastore supremo a pascerci direttamente: i suoi supposti rappresentanti sono mercenari, quei pochi validi devono stare nascosti.
Per fortuna siamo protetti dal manto di Maria, per cui possiamo procedere con ogni fiducia.
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