“Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista” E. A. Poe


Raramente la Storia ha raccontato lo svolgersi degli eventi da un punto di vista totalmente obiettivo, e, ancor più raramente, gli storici hanno lavorato per far sì che ciò avvenisse. L’esperimento sulla dualità della luce, capace di mostrarsi sia come onda che come particella, può essere visto come un valido spunto per spiegare quest’affermazione. L’osservatore, secondo la variante proposta dalla Meccanica Quantistica all’esperimento di Young, -link- può determinare il cambiamento di “forma” della luce, capace, indifferentemente, di comportarsi sia come onda, che come particella. In senso lato, e per questo non completamente corretto, la Storia può comportarsi con lo stesso dualismo; influenzata dall’osservatore che la vuol raccontare, e, spesso, piegare a suo uso e consumo. “History is written by the victors” (la storia è scritta dai vincitori) è una frase attribuita al famoso framassone Winston Churcill (maestro dal 25 marzo 1902), e denota quanto poco peso possano avere i fatti di per sé stessi. I vincitori sono solo una parte del racconto, e tenderanno sempre a filtrare la “verità” secondo i propri canoni di giudizio, morali o sociali. I vinti, al contrario, avranno sempre ben poca voce in capitolo, e spesso saranno automaticamente collocati nella fazione malvagia, ovviamente senza la minima possibilità di appello.
La Storia che abbiamo appreso negli anni della scuola è stata scritta da Uomini, che, proprio in quanto Uomini, avevano la loro visione personale degli avvenimenti e della loro consequenzialità, e, cosa ben più importante, poggiavano il loro pensiero ideologico su questo o quell’altro schieramento politico, falsando, a volte irrimediabilmente, il loro metro di giudizio. E’ abbastanza ovvio che la Storia scritta da un ipotetico studioso Maya sarà ben diversa da quella narrata dal Cortés di turno. La prima parlerà di invasioni e soprusi, la seconda di Evangelizzazione e carità. Ma, nella pratica, ciò che rimarrà scolpito nei Secoli, sarà solo la voce di chi avrà spazzato via l’avversario. Tutto il resto è solo materiale di complemento, inutile ai fini educativi, nemmeno degno di esser mandato in stampa. All’inizio ho citato Poe, e per una ragione ben precisa: la sua frase è il meccanismo che fa sì che la mistificazione storica possa prevalere sull’oggettività dei fatti. Proclamare qualcosa ad alta voce, urlarlo in un megafono che ne amplifichi all’infinito il messaggio, è certamente uno degli strumenti più potenti per cementare un’idea nella mente delle persone. “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” è una frase che, erroneamente, è stata accostata al ministro della Propaganda Nazista (Goebbels), ma che, sebbene probabilmente non sia mai uscita dalla sua bocca, contiene un messaggio chiaro, e difficilmente confutabile, indipendentemente da chi ne sia stato l’ideatore. Osservate (e meditate), tanto per non scomodarci troppo nel cercare oltre i nostri confini, cosa sta succedendo in Parlamento da più di un anno: mentono sapendo di mentire, come recita un ben noto motto popolare; e perché lo fanno? Semplice: perché sanno di non aver più un contraddittorio, perché sanno di aver asservito a dovere la pubblica informazione alla propria missione deforme, e perché bramano in maniera spasmodica di poter salire sul carro dei vincitori (i loro padroni; i burattinai). Ma anche loro sono marionette in fondo; l’unica differenza è la loro convinzione che i fili che li muovono siano molto più elastici di quelli che manipolano le menti del popolo; ma è solo una loro convinzione, ovviamente: essendo marionette, verranno spazzati via appena perderanno magnetismo, o quando il loro ruolo sarà decretato “non più indispensabile” dai burattinai di più alto rango.
Quando Sion deciderà che si potrà far a meno di loro reciderà i fili, e li lascerà crollare sul piccolo palcoscenico del teatrino ambulante. Nel frattempo, giusto per non perdere l’abitudine, i burattinai avranno già ammaestrato il prossimo fantoccio, lo avranno vestito da saltimbanco, lo avranno assicurato ai fili e saranno pronti per calarlo in scena; imbellettato e smagliante per continuare il balletto tragicomico del suo predecessore. Chi ha tagliato la testa (metaforicamente) a Conte?, beh, senza ombra di dubbio, gli stessi che hanno pensato al “Governo di Alto Profilo”, e che, forse, avrebbero fatto meglio a chiamare “Governo che mostra solo un profilo”, visto che sembra l’esatta copia di quello precedente; e che, proprio come il precedente, nasconde la parte della maschera che sghignazza, ma mostra quella della contrizione necessaria per uscire dalla pandemia. Così le marionette sono contente, vessate da marionette poco più grandi di loro, raggianti nel poter eseguire i compiti che sono stati loro assegnati. Mentono, sapendo di mentire.

Mentono sul numero dei decessi (tranquilli, non solo in Italia, anche nel resto del Mondo) -link-, mentono sugli effetti delle vaccinazioni, e mentono clamorosamente proprio sulle ragioni delle vaccinazioni. L’immunità di gregge presuppone, per l’appunto, un gregge; cioè una massa omogenea di persone addomesticate ad un unico pensiero uniformante e perequativo: il suicidio consenziente/omicidio di massa. Il vero problema è che questa presunta immunità di gregge non immunizza affatto; tutt’altro: espone i più deboli a rischi incalcolabili, e predispone i sani alla malattia. Come non bastasse viola ogni legge di bioetica: la modifica del DNA, che produce!, anche se negata a gran voce dai molti “esperti” interpellati, è una pratica vietata, esattamente come la buffonata dei passaporti vaccinali, entrambe in netta contrapposizione con le linee sancite dal processo di Norimberga -link-. Ma, come ho detto prima, ci si avvale di una tecnica semplice, per quanto raffinata ed efficace. Si nascondono le menzogne in piena luce, talmente sotto gli occhi di tutti che si innesca un processo di “dissociazione cognitiva”: i soggetti influenzati arrivano a non credere all’ovvio, schiavi dell’idea che “i giornali e la televisione non possono mentire”, succubi della convinzione che i Capi di Stato non possano volere la morte dei loro sudditi, pardon, concittadini.


Quello che la gente dovrebbe capire, ma che sembra, volontariamente, non voler accettare, è che questa gentaglia non ha nulla a che vedere con loro (con noi!); costoro vivono in una società differente dalla nostra, si muovono in un jet-set d’alabastro con regole proprie e totalmente avulso dalla realtà. E l’inganno meglio riuscito è proprio quello di negare questa condizione elitaria, confondendosi ideologicamente nelle miserie (reali) dei poveracci che non hanno più nulla da mettere sotto i denti. Non si spiegherebbe altrimenti come mai negozianti, ristoratori, gestori di piscine e palestre, non abbiano ancora messo a ferro e fuoco i palazzi del potere. I governanti li hanno obbligati a chiudere, poi a riaprire a mezza forza, poi ad adeguarsi alle misure di sicurezza, poi a richiudere di nuovo, poi ad aggiornare i requisiti per poter riaprire, poi a non poter riaprire perché si era instaurato l’ennesimo regime di “regioni rosse”. E loro, i poveracci che non arrivano a fine mese, ancora a pagare, e a spiegare ai figli che “andrà tutto bene”, magari tappezzando i balconi con striscioni arcobaleno.

Purtroppo questo tipo di raggiro è ben collaudato; non è certo un’invenzione pandemica. I “gestori del mondo” sanno bene come agire: lo sanno da più di un secolo. Vi faccio un esempio: anno 1871, Italia da poco unificata (grazie all’illustrissimo framassone Giuseppe Garibaldi e ai suoi “Mille”); l’illustre Albert Pike -link-, maestro massone titolare del più alto grado dell’organizzazione (33esimo), in una fitta corrispondenza con il confratello Giuseppe Mazzini, spiegava per filo e per segno come si sarebbe svolta la Storia nel secolo venturo. Ne riporto alcuni stralci, descritti dal commodoro della Marina Canadese William Carr, nel suo libro “Pawns in the Game” (“Pedine nel gioco”), pubblicato nel 1958. Carr sostiene di aver visionato la corrispondenza tra Pike e Mazzini, in particolare la lettera scritta dal massone e alto graduato americano il 15 agosto del 1871, in quanto essa era stata esposta, in un’occasione, alla British Museum Library di Londra. Basta scorrere alcune righe del racconto dell’ufficiale di Marina canadese (personalità in vista, tanto da essere presente alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945), per comprendere le implicazioni di una simile missiva, tutto fuorché “rituale” e scontata, tutto fuorché assimilabile ad un ordinario scambio epistolare.
“… La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli ‘Illuminati’ di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli ‘Illuminati’ fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni. La seconda Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando della differenza fra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico per consentire lo stabilimento in Palestina dello stato sovrano d’Israele. Durante la seconda Guerra Mondiale si doveva costituire un’Internazionale comunista altrettanto forte dell’intera Cristianità. A questo punto quest’ultima doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo fin quando richiesto per il cataclisma sociale finale. (…)”.
la Terza Guerra Mondiale, “fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra dovrà essere orientata in modo che Islam (mondo arabo e quello musulmano) e sionismo politico (incluso lo Stato d’Israele) si distruggano a vicenda, mentre nello stesso tempo tutte le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte fra loro, saranno in tal frangente forzate a combattersi fra loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale ed economico”.

Escludendo (per ora) la parte relativa alla Terza Guerra Mondiale (cui purtroppo siamo sempre più vicini, soprattutto ora che il narcolettico Biden si è messo in testa di poter stuzzicare Mosca a suo piacimento, dimenticando che Putin ha non solo la forza, ma anche tutte le più valide motivazioni per spazzare via dalla faccia della Terra lui e quelli della sua specie – Usa ed EU, irrimediabilmente asserviti alla causa massonica/illuminata – ), è palese che ogni cosa sia stata pianificata da tempo immemore, poggiando sapientemente mattone su mattone in una sorta di equilibrio instabile, fino al punto che ogni muro ed architrave, edificati dai Costruttori proprio per generare instabilità, non collassassero sotto il loro stesso peso. Si prenda come esempio il comportamento (stranamente) gemello dei due Presidenti USA coinvolti nell’entrata in guerra (tardiva), in ambedue i conflitti Mondiali.
1917, Woodrow Wilson, contrario allo schierare gli Usa in una “scaramuccia europea”, ma “costretto” a prendervi parte dopo l’inizio della Guerra Sottomarina portata avanti dai Tedeschi contro l’Inghilterra. (Nel ’17 Wilson si trovò a fronteggiare la crisi provocata dall’intervento della Germania in aiuto dei ribelli messicani, crisi volta a far sì che gli USA fossero costretti a “difendere” i loro confini e rinunciassero quindi ad intervenire nella crescente diatriba in Europa fra la Germania stessa, la Francia e l’Inghilterra). Nonostante le promesse elettorali di non belligeranza (necessarie per la sua rielezione del 1916), decise, appena un anno più tardi, per il coinvolgimento nel Conflitto. Dimenticando, per così dire, che le armi, e i fondi, della Germania erano in buona sostanza di matrice statunitense (ovviamente sempre di “dubbia” origine sionista-massonica). Nello specifico: Gennaio 1917; viene intercettato il Telegramma Zimmermann (il pretesto) con cui l’Impero tedesco chiede al Messico di entrare in guerra contro gli USA. Il Messico ignora la richiesta (anche perché ostacolato dalla guerra civile), ma negli Stati Uniti scoppiano proteste anti-tedesche. 7 febbraio 1917: Wilson dichiara la fine della spedizione punitiva e fa ritirare le truppe dal Messico, riportando il grosso di esse lungo la linea del confine. 6 aprile: Gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania nell’ambito della prima guerra mondiale. Con questo evento molte delle truppe statunitensi sulla frontiera vengono fatte partire per l’Europa mentre (poche) altre rimangono a difesa -link-.
Comportamento quasi speculare per l’altro Presidente, Franklin Delano Roosvelt, mosso, più che da spirito “Pacificatore del Mondo”, dalla paura che gli Usa rimanessero intrappolati su due fronti: Germania e Giappone (la grande paura degli Stati Uniti era quella di essere circondati dalle forze militari tedesche dopo la caduta di Londra. Inoltre, in quegli anni era in corso la Seconda guerra sino-giapponese (1931-1945), ed il governo di Washington era -non ufficialmente prima del 7 dicembre 1941- schierato con la Cina. Infatti, fornendo supporto alle truppe di Chiang Kai-Shek, gli Stati Uniti intendevano salvaguardare gli interessi anglo-americani, dei Paesi Bassi e della Francia nel Pacifico. Due minacce incombevano, dunque: il Giappone nel Pacifico e la Germania in Europa). Il 4 ottobre 1940, Roosevelt venne informato da Roy Howard che un portavoce giapponese chiedeva agli Stati Uniti la smilitarizzazione di tre basi nel Pacifico: la Wake, la Midway e Pearl Harbor. Appena tre giorni più tardi il bollettino del 7 ottobre 1940 – mentre la Luftwaffe bombardava l’Inghilterra –, inviato ai capitani della marina Walter Anderson e Dudley Knox, illustrava un programma da adottare nei confronti del Giappone. Nel documento vi erano otto punti in cui venivano riportate le azioni necessarie a provocare il Giappone:
1- Accordarsi con la Gran Bretagna per utilizzare le basi inglesi nel Pacifico, soprattutto Singapore.
2- Accordarsi con l’Olanda per utilizzare le attrezzature della base e poter ottenere provviste nelle Indie Orientali olandesi.
3- Dare tutto l’aiuto possibile al governo cinese di Chiang Kai-Shek.
4- Mandare in Oriente, nelle Filippine, o a Singapore, una divisione di incrociatori pesanti a lungo raggio.
5- Mandare due divisioni di sottomarini in Oriente.
6- Tenere la flotta principale degli Stati Uniti, attualmente nel Pacifico, nei pressi delle isole Hawaii.
7- Insistere con gli olandesi perché rifiutassero di garantire al Giappone le richieste per concessioni economiche non dovute, soprattutto quelle riguardanti il petrolio.
8- Dichiarare l’embargo per tutti i commerci con il Giappone, parallelamente all’embargo simile imposto dall’impero britannico.
Il piano, accolto calorosamente da Roosvelt, sebbene sia lui che l’opinione pubblica fossero contrari all’entrata in guerra, portò ad una serie di incontri diplomatici con i Giapponesi, tutti ovviamente risoltisi in proverbiali “buchi nell’acqua” -link-. L’escalation, di soverchiante pressione psicologico-militare, si concluse, come i Vincitori tendono a sottolineare, con il vile e proditorio attacco nipponico del 7 dicembre 1941: vero e proprio caposaldo necessario per giustificare l’entrata in guerra contro il Paese del Sol Levante. Il compito, di esecutori materiali, venne affidato alle logge massoniche nipponiche; e il massacro di migliaia di soldati ebbe inizio. Roosvelt ebbe la scusa, gli Americani la Guerra -link-. I parallelismi tra i due presidenti appaiono macroscopici, ma il dualismo d’osservazione degli eventi storici non tende mai ad accostarli: il minimo comun denominatore è la Finanza, la stessa Finanza che gestisce, ancor oggi, lo svolgersi delle nostre vite. E questa MacroFinanza, questa rete di Potenti Banchieri ha i suoi più illustri rappresentanti nei “soliti noti”, quelle poche famiglie che decidono, per usare un eufemismo, sul futuro del resto del Mondo. Si noti che, anche nel caso della Rivoluzione d’Ottobre, i fondi che la sostennero vennero riversati nelle tasche di Lenin dai suoi futuri avversari. Il denaro proveniva dai banchieri tedeschi: Alexander Parvus, figura controversa della rivoluzione, convinse i banchieri dell’impero teutonico a finanziare le rivolte contro gli zar. Secondo alcune stime il finanziamento tedesco al partito comunista sovietico avrebbe raggiunto complessivamente, dal 1915 al 1918, cinquanta milioni di marchi-oro dell’epoca. I fondi partirono dalla Diskonto-Gesellschaft Bank, (che nel 1929 convergerà nella Deutsche Bank), che era la corrispondente della banca Russo-Asiatic di New York e della Nya Bank dello svedese Olof Aschberg, chiamato anche il banchiere dei bolscevichi. Il turbine di denaro sporco che ha provocato la morte di milioni di persone si è mosso, in maniera continuativa, avanti e indietro dall’America, passando di mano in mano, ma sempre e comunque sostenendo il piano iniziale (curiosamente) già esposto da Albert Pike nel 1871! Coincidenze, non si può parlare d’altro, è conclamato: la Storia la scrivono i vincitori, e la dietrologia è scienza da osteria. Ma i soldi restano, e lasciano tracce, che qualcuno segue e riesce a decifrare. Purtroppo l’inganno globale è di tale portata che sembra inarrestabile. Una prova ulteriore di quanto affermato dalla “scomoda dietrologia” è che questo sotto-mondo, che rimane quasi invisibile ai più, si attivò di nuovo dopo la battaglia campale di Stalingrado (1942-1943), dove morirono circa due milioni di persone tra militari e civili. In un primo momento i due dittatori coinvolti nello scontro, Hitler e Stalin, vennero “utilizzati” per scopi di controllo e dominio da parte dei poteri forti della finanza internazionale; poi, quando cessarono le ostilità, i banchieri offrirono ulteriori prestiti per la ricostruzione, sia alla Germania, ormai divisa in due e invasa, che all’URSS, vittoriosa, ma provata duramente dal conflitto -link-. E i nomi sono sempre i soliti, ricorrenti come i decimali di un numero periodico. Gli stessi Padroni del Mondo hanno esteso le loro lunghe dita ovunque: il loro raggio d’azione non si limita alla finanza, dilaga nella politica, e affonda come un cancro nella religione. Il gesuita che siede sul Soglio di Pietro si sta dando un gran da fare per star al passo con il piano che gli è stato affidato. Molti dei suoi predecessori hanno già fatto molto, per esempio estirpando la lingua Latina dalla Messa, o vietando preghiere ed esorcismi dal rito, ma lui, beh, lui è proprio il primo della classe; la sua dedizione è ammirevole! (-link- all’articolo tratto dal blog di Sebirblu, che consiglio di leggere con attenzione) Ho già detto più volte come il dissacrante progetto di equiparare la Messa Cattolica alla burletta protestante sia un modo per demolire le fondamenta del Cattolicesimo; ma il modo, subdolo, in cui sta procedendo non lascia più spazio a nessun tipo di dubbio. Il Falso Profeta si muove con agilità in mezzo al gregge, umile e riverente, nascondendo, dietro al suo falso sorriso, insulti ed ammonimenti nemmeno troppo velati, ai “rigidi della dottrina”, a coloro, cioè, che vorrebbero – e con tutte le buone ragioni! – frenare il suo frenetico incedere modernista e progressista. Purtroppo il disegno finale si sta delineando nei suoi contorni più tetri, e la nuova chiesa pan-ecumenica sembra un incubo che diventerà presto realtà. Il riavvicinamento alla folle corrente luterana, l’insinuare il dubbio che Giuda non sia dannato, il non volersi genuflettere di fronte al Cristo e i continui attacchi alla corrente fedele al Papa Emerito, sono segni che il tempo stringe, e che ci sia l’urgenza di dare l’ennesima, forse l’ultima spallata ai muri del Tempio.


A giugno 2021, ad Astana, capitale del Kazakistan, si terrà la VII edizione del “Congress of Leaders of World and Traditional Religions”, e tra i molti ospiti presenti ci sarà anche in nostro beneamato Gaucho Blanco. Non si tratta di un convegno ecumenico: siamo di fronte ad una istituzione chiaramente di stampo esoterico-massonica-deista, e la cosa non stupisce affatto. Il convegno si terrà presso il Palazzo della Pace e della Riconciliazione del kazako Nazarbaev; e, anche ad un occhio inesperto, non possono sfuggire “certi” particolari: la costruzione piramidale, alta 62 metri per altrettanti di larghezza, è stata pensata per la “pace e la convivenza tra le religioni”; è destinata infatti ad accogliere i convegni internazionali dei rappresentanti di tutte le religioni del mondo, ma è la sua forma che dovrebbe suscitare qualche domanda irriverente.


La piramide è divisa in tre sezioni: alla base (poco illuminata, quasi buia) vi è un teatro da 1500 posti con la rappresentazione di un sole sul soffitto. A metà la sala convegni per i religiosi, una stanza molto più illuminata e, anche qui, al centro del tavolo un altro enorme sole (il sole in massoneria rappresenta il Maschile, il principio attivo, il dio – Satana per esser più precisi -, il simbolo dell’Origine). In cima alla piramide troviamo una sala tonda, e completamente a finestre, quella più illuminata (abbellita da un’ellissi che simboleggia l’Occhio che tutto vede). La triplice divisione (già questo è un forte richiamo esoterico) rispecchia proprio il concetto di organizzazione del mondo degli illuminati: il popolo schiavo è tenuto nell’oscurità e distratto (teatro), sopra i capi religiosi che prendono le decisioni e al vertice un’elitaria schiera di “illuminati” che controllano tutto quanto sta sotto. Ora, considerando in qual mirabile luogo si terrà il convegno, forse è giusto rabbrividire nell’immaginarsi cosa verrà deciso -link-. E tutto continua a concordare perfettamente con l’inganno auspicato da Pike, tutto porta al dominio dei pochi eletti, gli Illuminati, la testa che arma il braccio (la Massoneria). Intanto, nell’attesa che si decida del nostro glorioso futuro pan-religioso-ecumenista (poveri noi!), per non farci mancare nulla, qui, nel Bel Paese, impareremo a giocare con i pass vaccinali, con le restrizioni della libertà personale, con l’invulnerabilità di Speranza (che meriterebbe di esser processato per crimini contro l’Umanità, più che riconfermato a capo del Dicastero della Salute). Impareremo ad amare il nostro caro Presidente Draghi, che continuerà ad affossarci finché non avremo nemmeno più le lacrime per piangere, impareremo a capire come la Lega abbia preso il posto dei Pentastellati nel ruolo di “sobillatori delle cause perse”, ci affezioneremo alle accorate spremute di cuore (e di neuroni, quei pochi che gli rimangono) di Grillo che difende il figlio (che se avesse avuto una condotta leggermente più morale non si sarebbe trovato nei guai..); ci rifugeremo davanti alla televisione ad aspettare che ci dicano quando potremo riavere indietro la nostra vita (MAI!); e guarderemo le marionette che ci governano venir sostituite con cadenza sempre maggiore, con i fili recisi e gli occhi pieni di lacrime, scaraventati giù dai loro seggi dai burattinai, proprio mentre tentano di aggrapparsi al pianale dei carri carnevaleschi condotti dalle elite (altro che carri del vincitore). Ma saremo felici, non avremo più nulla e saremo felici.

Maggio e Giugno saranno i mesi dove lo Stato comprerà le vite di molti, un po’ con i vaccini (per poi sbarazzarsene subito dopo), e un po’ con il Reddito Comunitario, che sostituirà le folli idee di voler possedere una casa (pazzi capitalisti miscredenti!), o di voler avere una famiglia normale (papà e mamma? NO! Ecco la soluzione: Genitore 1, Genitore 2, Zio-nonna Asterisco e cugino transgender 4 dal pronome indefinito; queste sono le nuove normalità! Accettatele, o Vi rinchiuderanno!). Vogliono perfino (e idioti noi che non glielo permettiamo ancora!) convincerci che se mangeremo insetti e carne sintetica saremo tutti più felici, e vivremo fino a duecento anni! Il Filantropo (Bill Gates) ce lo ha detto -link-, dobbiamo per forza di cose credergli!, lui è buono, ama l’umanità; che lo (e gli) servirà, non uno di più, non uno di meno. L’inganno è sotto gli occhi di tutti, ci stanno pedestremente spiegando come ci vogliano negare la libertà, non fanno altro che raccontarci come la Religione in cui abbiamo creduto sia obsoleta e fallace, osannano il disordine e il distorto come se fossero i Doni dello Spirito Santo; e, alla fine, ci decimeranno con i loro maledetti vaccini per il controllo demografico. Vogliono il controllo, vogliono il Potere, vogliono tutto; ma, alla fine, mi ritorna sempre in mente un vecchio proverbio: Chi troppo vuole, Nulla stringe. Che Dio ci aiuti.
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