
28 Marzo 1999, primo episodio della fortunata serie animata “Futurama”. Qualcosa di tremendo sembra annidarsi in quell’episodio, qualcosa che solo la più distopica fantascienza avrebbe potuto concepire; qualcosa che sembra violare ogni buonsenso e che, agli occhi del non ancora totalmente addomesticato telespettatore del “vecchio millennio”, suona come assurdo, incostituzionale, inumano. L’Essere Umano, anche se in questo caso ridotto a disegno semovente e non autosufficiente, e soprattutto dotato di assai scarsa intelligenza, viene posto di fronte ad una palese violazione dei suoi più basilari diritti di Creatura, creata libera dal suo Creatore. Un alieno con un occhio solo, asservito al potere planetario, vuole impiantargli un “chip carriera”: un dispositivo che lo etichetterà per sempre, che farà di lui un ingranaggio perfetto; parte integrante, anche se assolutamente non necessaria, del perfetto sistema in cui verrà inglobato. Il motto è: “Devi fare cosa devi fare”, quindi non avrà possibilità di scelta; gli verrà negato fin da subito il libero arbitrio, e la libertà in senso stretto: farà parte di una filiera produttiva, organicamente strutturata e volta al Bene Comune. L’uomo, come è logico che sia, reagisce in modo istintivo: qualcosa nel suo Io gli urla che questo è un concetto aberrante; la società ultramoderna dell’anno 2999 (anno in cui viene ambientato il primo episodio della serie) ha distrutto quanto, di umano, rende tale l’Uomo, e lo obbliga a seguire quello che sono le sue inclinazioni naturali, inclinazioni naturali che sono state, ovviamente, calcolate da una macchina che non ha nulla di umano, e che esclude totalmente l’empatia e i sentimenti dai suoi raffinati algoritmi. Ma l’uomo reagisce, scappa (come si vedrà nel prosieguo dell’episodio -link-) e fa di tutto per sottrarsi a questa macabra imposizione orwelliana. << Non voglio essere timbrato! >>, grida con quanta forza ha in corpo, e scappa dall’alieno che lo insegue per etichettarlo come se fosse una bestia destinata al mattatoio. 28 Marzo 1999, la scena era surreale per chiunque la osservasse: nessuno avrebbe mai porto la mano a chi si accingeva ad obliterarlo come un biglietto ferroviario. La sola idea di un chip impiantato sotto pelle generava repulsione: tutto il nostro essere, i nostri pensieri, le nostre aspirazioni, tutto veniva ridotto ad un mucchietto di nano-circuiti guidati da un algoritmo che ci avrebbe indicato il nostro futuro. Senza possibilità di errore. La società delle macchine è fatta di automi non pensanti, che consumano poco (quasi niente) e che inquinano ancor meno, ma che, soprattutto, obbediscono ciecamente e collaborano indefessamente alla realizzazione delle scopo finale. “Futurama” è un cartone animato, e il suo peso è equivalente alla molta fantascienza che lo ha preceduto, e che lo ha ispirato; ma l’idea di base che il mondo si stesse muovendo in una direzione che tendeva ad escludere l’Uomo dal suo ruolo è più che mai attuale. Il Nuovo Ordine Mondiale ci vede come insetti da debellare; noi siamo un cancro da estirpare per il bene della Natura: Pachamama reclama quanto l’Uomo le ha sottratto; l’Idolo vuole riprendersi quanto la Creatura ha osato corrompere con i suoi comportamenti deformi, e il suo figliare incontrollato.

E quale modo migliore, per tenerci sotto controllo, dell’impiantare in noi una zecca ipertecnologica pronta a spifferare tutto su di noi; un piccolo grillo parlante demoniaco che striscia nelle nostre coscienze e che risponde alle interrogazioni del Grande Fratello; occhio che ci osserva dall’alto della sua piramide, con il suo sguardo amorevolmente votato alla sua autoconservazione. La spiaggia potrà definirsi tale anche se perderà uno, due, dieci, cento, mille, un milione dei suoi granelli? L’importante è che i potenti possano ancora stendere i loro teli da mare su di essa, anche se questo andrà a discapito della sua bellezza; l’arenile esisterà ancora anche dopo che il mare, agitato dai loro peccati e dai loro abomini, avrà spazzato via, di giorno in giorno, intere sezioni di esso? L’unica cosa che conta è che i pochi, gli oligarchi, possano abbronzarsi sotto il loro sole privato (sempre che Bill Gates non decida di oscurarlo – link- ), e che possano volgere a quel sole infernale i loro cannibali sorrisi necrofagi. Sono ormai anni che circolano voci a riguardo, e chi ne parlava in tempi non sospetti veniva bollato come folle, come visionario, come complottista. Ne avevano ventilato gli usi, e gli incredibili benefici che avrebbe apportato nelle nostre esistenze; se ne era parlato come di una delle più grandi svolte nella storia dell’umanità. D’altronde, se già negli animali è prassi comune, se già i cani possono essere “immatricolati” come vetture, perché non estendere questa “immatricolazione” anche agli stupidi bipedi che usurpano quanto la Natura offre loro. Perché, poi, non far sì che nei byte della sua memoria siano riversate informazioni mediche, economiche, anagrafiche, e ogni altro dato che possa tenerci sotto controllo come se fossimo carcerati provvisti di cavigliera elettronica? Perché non sfruttarlo, magari, per “riprogrammarci” ad uso e consumo della funzione per cui siamo nati, perché non renderlo necessario per spostarci liberamente, perché non renderlo indispensabile per alleggerirci le tasche da quegli inutili oggetti che contengono denaro contante, e che ci appesantiscono come macigni? Perché? In fondo i benefici sarebbero talmente tanti, e di natura tanto perfetta, da non avere controindicazioni; addirittura, e la notizia è proprio di questi giorni, potrebbe divenire lo strumento indispensabile per fronteggiare la diffusione del Covid. Ce lo spiega il Pentacolo, pardon, il Pentagono, dopo che “Le squadre della DARPA hanno visto COVID-19 infettare 1.271 marinai a bordo della USS Theodore Roosevelt mentre il virus si diffondeva incontrollato. In risposta hanno sviluppato un microchip per rilevare COVID asintomatico nel tentativo di prevenire un focolaio” -link- . Ancora una volta l’America (ovviamente con America si intende solo ciò che gli Statunitensi ritengono tale, cioè quella fascia di terra stritolata tra Canada e Messico) pensa a noi, ancora una volta i “salvatori del mondo” si eleggono a difensori eletti del genere umano. Che gentili, non trovate? Il problema di 1271 marinai, che con buona probabilità hanno loro stessi infettato di proposito – opinione personalissima – e usato come cavie, è diventato il pretesto per il lancio di questa “nuova” e brillante truffa ipertecnologica. Il chip, immerso in un gel, viene inserito sotto la pelle e attiva un sensore se COVID infetta il corpo. DARPA ha anche creato un filtro in grado di rimuovere il virus COVID dal sangue quando è collegato alla dialisi (come sono premurosi!). Stanno lavorando a un vaccino che funzionerebbe contro tutti i coronavirus, anche quelli non ancora identificati (Meglio di un ibrido Dottor House – David Copperfield – Nostradamus!). “Anche quelli non ancora identificati”. O non ancora creati, verrebbe da pensare ai bipedi più smaliziati. Ma no, sono solo elucubrazioni di una mente – la mia – rimpicciolita dalla paura del contagio, e che si turba nell’apprendere che si stiano ricercando soluzioni alternative agli ormai stra-collaudati vaccini mRNA; che, come è sotto gli occhi di tutti, stanno salvando da morte certa interi greggi umani. Già, perché è proprio così che stanno andando le cose: i vaccini mRNA stanno preservando la nostra Specie dall’estinzione, e chi crepa, proprio a causa degli effetti collaterali di quegli intrugli che si sono iniettati, sono solo parte di una casistica di poco conto; parti terminali della parabola di sperimentazione, soggetti che sono stati sacrificati in nome di un fine più grande di loro. Sono i danni collaterali del processo produttivo, i pezzi difettati che escono da una macchina a controllo numerico, quelli che vengono scartati e gettati di nuovo in fonderia per elevare gli standard produttivi. Poi, perché no, magari potranno addirittura rendersi utili anche da morti, magari diventando concime, riciclati come “materia organica”, proprio come promuove quell’avanzatissima pratica ecologica che prende il nome di SOYLENT GREEN. Per i “non addetti ai lavori” spiegherò di cosa si tratta: lo Stato di Washington (già nel 2019), Usa, ha legalizzato il ‘compostaggio umano. Per ora dopo la morte. La definiscono “un’alternativa ecologica alla sepoltura o alla cremazione”. La legge, firmata dal governatore democratico Jay Inslee, entrerà in vigore a maggio del prossimo anno e consentirà la “recomposition” del defunto: il corpo viene avvolto in un sudario e posizionato in un lungo contenitore d’acciaio esagonale, adagiato su un letto di trucioli di legno, erba medica e paglia. L’aria viene aspirata periodicamente, fornendo ossigeno per accelerare l’attività microbica. Nel giro di circa un mese i resti vengono ridotti in compost che, riconsegnato alla famiglia, può essere usato per far crescere fiori e alberi -link-. Vuoi le mele “al sapore di nonna Adalgisa”? Vuoi i broccoli variegati alla “nonno Evaristo”? Tutto ora è possibile, serve solo ricordarsi di eliminare il chip dai resti decomposti dei cari estinti: il silicio, si sa, non è buono per i pomodori. C’è ben poco da scherzare, la vita umana è ridotta ai suoi minimi termini, e il rispetto che le si porta non è mai stato tanto effimero. Per qualcuno siamo sacchi di concime che (ancora, purtroppo) cammina. Ma smetteremo di farlo presto, se il loro infimo dio vuole. Torneremo alla terra, dalla quale proveniamo, ma in un modo che è talmente sterile da porsi in totale contrapposizione alla legge divina. Da sempre l’Uomo sa che tornerà alla Terra (“polvere sei e polvere ritornerai”), ma il fatto che lo si equipari al concime non lo rende molto dissimile da un mucchio di bucce di patate gettate in un cassonetto. Altro che “transizione ecologica”, qui si parla di svilimento della Vita, di quella Vita che Dio ci ha dato e che facciamo di tutto per gettare, anche dopo morti! Ma, ripeto, i miei piccoli dubbi etici sono in netta contrapposizione con il Bene Comune, con quel Comunismo Illuminato che deve necessariamente guidare il nostro futuro: chi mai, tra gli ecologisti e gli animalari dell’ultim’ora si porrebbe il dubbio che tutto ciò sia realmente etico? In fondo hanno ragione loro: siamo solo sacchetti di compost che ancora camminano, che sprecano l’ossigeno destinato ai Potenti e agli animali, che depauperano Pachamama e che la feriscono ogni giorno di più: siamo il cancro della Terra; non valiamo la vita di un verme. E dobbiamo fare ammenda per questa nostra triste condizione, chiedere perdono ogni attimo per il nostro comportamento irresponsabile, dimenticarci che siamo ben più che un ammasso di organi e tendini; dobbiamo sottometterci ai nostri padroni. Loro vogliono il nostro Bene, Loro vogliono che torniamo a viaggiare (ovviamente solo chi avrà aderito ai loro piani di vaccinazione e tracciatura tramite microchip), e a spendere i soldi che Loro gentilmente ci elargiranno; poco importa se, nel giro di dieci anni, non avremo nemmeno più il ricordo di cosa sia la privacy, o di cosa significhi una vita lontano dalla “rete globale”. In Svezia, per esempio, sono già all’avanguardia in questo campo: Ilgi Evecan, giovane manager scandinava già “chippata”, dichiara, dopo l’innesto sotto pelle: “Mi sono fatta impiantare il chip per semplificarmi la vita e perché sono molto curiosa, adoro le novità e l’esplorazione delle potenzialità della tecnologia. Sono svedese, sono banalmente pragmatica, e il chip mi fa risparmiare tempo e pensieri” -link-. Che il pragmatismo venga tirato in ballo come modo per “risparmiare tempo e pensieri” mi sembra, già di per sé, una contraddizione: “pragmatico”, secondo la definizione data dalla Treccani, significa “attinente ai fatti, che riguarda prevalentemente l’attività pratica; caratterizzato dal prevalere degli interessi pratici su quelli teoretici e sui valori ideali”; mentre la mia impressione è che questo termine si confonda con un’eccessiva semplificazione delle normali attività quotidiane cui l’Uomo deve badare. Semplificarci la vita, tramite uno strumento di controllo globale, equivale al depositare nelle mani altrui il controllo stesso della nostra vita e della nostra libertà. In un futuro, nemmeno troppo lontano, se qualcuno deciderà di stipare in un microchip i nostri risparmi, il nostro passaporto vaccinale, le nostre cartelle mediche, i nostri spostamenti, potrà con altrettanta facilità decidere di privarcene, a sua stretta discrezione. Mi rendo conto che la mia stima del problema sia fin troppo pessimistica, ma, dopo aver osservato come “quattro scalcagnati incompetenti” hanno segregato milioni di Italiani con la scusa dei lockdown (rivelatisi inutili come l’uso delle mascherine e il distanziamento a-sociale), non mi stupirebbe se si decidesse, dall’oggi al domani, di privare di ogni diritto i “chippati” non conformi ai piani di quello o di quell’altro dittatore (e con dittatore intendo proprio i governanti che ci affamano e che giocano con la nostra salute individuale e i nostri sudati risparmi). Orwell, nel suo profetico (e terribilmente attuale) romanzo “1984” scriveva: “Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera”; che è più o meno cosa sta succedendo in questi mesi. Non esiste più distanza ideologica tra le varie testate giornalistiche; i telegiornali ripetono, come un disco rotto, sempre e solo le stesse notizie volutamente tendenziose, perfino le pubblicità (esempio quella di La7 -link-) istigano alla vaccinazione di massa, non presentando, come è ovvio che sia, nemmeno una voce fuori dal coro. In questo clima da “regime” come si può pensare che sia tutto oro colato ciò che ci viene prospettato, e che ogni parola vomitata dallo schermo sia lecita e al di sopra di ogni sospetto? Viene ora da domandarsi, con molta schiettezza, quale sarà il prossimo passo di questa demolizione programmatica dell’Italia, e del Mondo. Il Gaucho Blanco parla di comunismo Cristiano (ideologie di per sé stesse in antitesi) come si trattasse di una virtù teologale, i regnanti al governo continuano a segregarci in queste ipotetiche, quanto inutili, zone rosse, e il popolino è comunque costretto a pagare le tasse con i soldi che dovrebbe utilizzare per sfamare i suoi figli. L’impressione è qualcuno stia giocando, armeggiando maldestramente con un accendino, troppo vicino alla miccia che farà detonare la polveriera; senza capire che quella miccia è spaventosamente corta, e che l’esplosione travolgerà anche lui. Ma lasciamogli credere che, almeno per un po’ di tempo ancora, potrà continuare a far piover scintille su quella miccia infradiciata dalle lacrime dei suoi concittadini, di cui non si cura, e verso i quali sembra che provi solo un distaccato ribrezzo. Ma lasciamolo anche nella convinzione che, quando la scintilla giusta accenderà lo stoppino che conduce alla santabarbara, lui avrà il tempo di dileguarsi indisturbato; così, per gioco, tanto per ridere una volta di più, tutti insieme, del suo ego che viene smantellato dalla giustizia di Dio.
Apocalisse 13:16-18
Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.
Apocalisse 14:9-11
Poi, un terzo angelo li seguì gridando a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà il vino dell’ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome».
Apocalisse 16:2
Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua.
Apocalisse 19:20
Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.
Apocalisse 20:4
Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della Parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni;
“Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.” G.Orwell – 1984
“La nuova aristocrazia era formata per la massima parte da burocrati, scienziati, tecnici, sindacalisti, esperti in pubblicità, sociologi, insegnanti, giornalisti e politici di professione.” G.Orwell – 1984
“Se il benessere e la sicurezza fossero divenuti un bene comune, la massima parte delle persone che di norma sono come immobilizzate dalla povertà si sarebbero alfabetizzate, apprendendo così a pensare autonomamente; e una volta che questo fosse successo, avrebbero compreso prima o poi che la minoranza privilegiata non aveva alcuna funzione e l’avrebbero spazzata via.” G.Orwell – 1984
https://parvulis.com/it/nuovo-ordine-mondiale-caotico/
Il fine unico è quello di negare ad ognuno di noi la visione del Padre Eterno. Stanno facendo di tutto per portarci alla dannazione eterna.
Il demonio odia Dio e odia noi, vuole il nostro male. Ci ha di nuovo inebriato con l’illusione che possiamo farci come Dio da noi stessi (ecco l’antropocentrismo esasperato sorto nell’Umanesimo e avvallato nel Vaticano II), ha fatto in modo di indebolire ogni nostra difesa spirituale e ora, esposti come infanti, poiché ci odia, ha messo al centro la Terra, una cosa, il cui pensiero è diventato un’ossessione che ci tiranneggia.
Restiamo fedeli a Cristo, unica Via, unica Verità, una Vita e non avremo nulla da temere. Ci sosterrà in ogni momento della battaglia che dobbiamo affrontare per sua volontà. Non avremo il marchio e alla fine regneremo con Lui, se avremo perseverato fino alla fine.
Sia lodato Gesù Cristo!
"Mi piace""Mi piace"