
«Tu arriverai, prima, dalle Sirene, che tutti
gli uomini incantano, chi arriva da loro.
A colui che ignaro s’accosta e ascolta la voce
delle Sirene, mai più la moglie e i figli bambini
gli sono vicini, felici che a casa è tornato,
ma le Sirene lo incantano con limpido canto,
adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa
di uomini putridi, con la pelle che raggrinza»
Omero. Odissea XII, 39-46. Traduzione di Giuseppe Aurelio Privitera, Milano, Mondadori, 2007, pag. 355
Nell’ Odissea Omero cita le Sirene, e, sebbene non si curi di descriverne l’aspetto (forse perché ritenute esseri dalle sembianze note a tutti i suoi contemporanei), è lecito presumere che faccia riferimento alla loro prima rappresentazione: quella che le vuole creature mostruose dal volto di donna ed il corpo di uccello, dotate di una voce dolcissima e ammaliante. Le tradizioni elleniche, apparentemente contraddittorie, legate a queste figure mitiche sono due: mentre la prima le vuole mortifere e dannose per gli uomini, all’opposto la seconda le indica come consolatrici (per gli uomini) rispetto al proprio destino e, soprattutto, alla morte. – una precisazione necessaria è che, nel primo caso, nulla indica una loro natura volutamente crudele, bensì è il loro destino e la loro funzione di cantatrici/incantatrici ad essere disastroso per gli uomini. – Le sirene sono anche onniscienti e in grado di placare i venti, forse proprio servendosi del loro soave canto, addomesticando le note delle melodie dell’Ade. E’ solo nel Medioevo che questi esseri assumono i connotati fisici che son sopravvissuti fino ai giorni nostri: belle fanciulle con la coda di pesce al posto delle gambe. La loro prima rappresentazione prettamente “acquatica” risale all’VIII secolo; almeno secondo quanto riportato dal filologo francese Edmond Faral, che ne attesta l’apparizione nel “Liber monstrorum de diversis generibus“, il primo testo nel quale esse vengono esplicitamente descritte come donne-pesce. – Di seguito il testo. –
«Le sirene sono fanciulle marine che seducono i marinai con la bellezza del corpo e la dolcezza del canto. Dalla testa fino all’ombelico hanno aspetto di vergine, del tutto simili a creature umane. Hanno però code squamose di pesce, che nascondono sempre sott’acqua»
Liber monstrorum de diversis generibus, I, VI
Sebbene tutti associno l’idea di sirena alla bella fanciulla canterina, che ammalia i naviganti imprudenti richiamandoli da uno scoglio in mezzo al mare (forse anche per colpa della Disney e della famosa statua di Copenaghen, cui liberamente si è ispirato il “buon” Walt), è pur vero che il significato di sirena è mutato parecchio nel corso dei secoli, arrivando a dar il nome non solo a creature ittico-umanoidi dalle ugole tossiche, ma anche ad oggetti inanimati che, proprio come loro, si servono di segnalazioni (acustiche o luminose) per allertarci di qualche pericolo imminente. Pensiamo alle sirene della contraerea, presenti in quasi ogni produzione hollywoodiana sulla guerra, alle immancabili sirene dei pompieri, o a quelle della polizia, a quelle delle ambulanze. Già. E qui casca l’asino – come si suol dire -. Le sirene delle ambulanze. In questi tempi di Farsa-Covid siamo stati abituati a conoscerle ancora meglio, e purtroppo aggiungerei; un anno orsono erano la colonna sonora portante di ogni giornata che il Buon Dio avesse creato. Chiedete agli abitanti della super-tartassata Lombardia, o del Piemonte, del Veneto… ambulanze a tutte le ore, del giorno e della notte; code di lampeggianti che si snodavano in attesa di poter entrare nei vari ospedali, sommersi, saturati e congestionati dalle migliaia di malati che vi confluivano ogni giorno. Le sirene erano tornate ad essere quel monito di sventura che erano nella mitologia greca; ma, al posto di attirar gli uomini vogliosi di immergersi nella loro onnisciente saggezza – e che quindi perivano per ingiusta ingordigia -, li accompagnavano come il più funereo dei requiem bitonali. Era un continuo susseguirsi di luci blu, un’ecatombe egregiamente gestita da chi non aveva interesse a curare, ma solo a far collassare il nostro intero sistema ospedaliero, e, con esso, anche l’intero sistema industriale del Nord Italia; cuore vivo dell’Economia del Bel Paese. Il maledetto virus ha mietuto un numero incalcolabile di incolpevoli malati curabili, abbandonati al loro destino da un’intera classe politica che non si è minimamente curata (scusate il gioco di parole) di stilare delle linee guida per combattere questa fantomatica pandemia. Il Diktat era limpido, forse fin troppo: arriverà il vaccino, nel frattempo vigile attesa… De che? Della morte di ogni essere superfluo? Quinto Fabio massimo, il Cunctator per antonomasia e capostipite dei Temporeggiatori Seriali, sarebbe orgoglioso di una tale improduttiva perdita di tempo; ma, almeno lui, un motivo valido l’aveva: con il suo agire esortò i concittadini a non temere il nemico e a rendersi propizi gli dei, cercando al contempo di infondere loro fiducia. Dopo aver riposto in sé ogni speranza di vittoria, si volse contro Annibale, non alla ricerca di uno scontro in campo aperto, ma nella prospettiva di logorarne e consumarne «col tempo la forza, col denaro i suoi scarsi mezzi e con l’abbondanza di uomini le sue esigue milizie» (Fab. V 1). In sintesi, adottò la tattica del logoramento in modo tale da privare il nemico della pienezza delle proprie forze «come una fiamma suscitata da combustibile scarso e poco consistente» (Fab. II 4). – link – I suoi successori del Terzo Millennio, primo fra tutti quel burlone con l’espressione da triglia bollita, che dovrebbe reggere il Dicastero della Salute, hanno realizzato qualcosa che nemmeno un regista di film dell’orrore di quindicesima categoria si sarebbe sognato di fare: con la complicità dell’altro inetto (Conte), e di molti specialisti ben educati da chi di dovere, si sono lanciati in un’omelia irrazionale, quotidiana e reiterata su quanto fossero necessari lockdown (detenzione immotivata) sempre più stringenti, multe a chiunque trasgredisse, e piani di chiusura delle medio-piccole aziende (vero tessuto sociale dell’Italia). Con quotidiana ed inenarrabile “faccia di tolla” si strappavano le vesti come Caifa di fronte al Sinedrio, pronti a giurare che tutto questo era necessario per la salvezza dell’Umanità intera, e che tutto era fatto per il nostro bene! Poveri noi stolti che non ce ne siamo accorti e che ci siamo permessi di dubitare di loro. Poveri, miseri, noi che ci siamo domandati per mesi come mai tutte queste misure speciali, e sempre più votate ad una segregazione di massa, non sortissero il ben che minimo effetto. Stolti noi che ci siamo fatti ingannare dall’Estate e dalla voglia di mare. Mea Culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Il nostro comportamento irresponsabile ci ha rovinato il Natale, nonostante Giuseppe ci avesse assicurato che saremmo presto tornati ad abbracciarci come un tempo; poveri sciocchi che ci siamo fatti tentare dal ritorno ad una pallida imitazione di quelli che erano i nostri diritti fino alla fine del 2019.
Ammettiamolo, ora che le sirene delle ambulanze non ci lasciano di nuovo tregua, e che la pressione sugli ospedali è di nuovo ai massimi storici, solo ora riusciamo a vedere il loro piano Marshall. O no? Appunto. Di ambulanze in giro non se ne vedono che una o due, i morti sono talmente pochi che – come riporta Blondet in uno dei suoi pezzi – “tra un po’ i francesi – e gli italiani di conseguenza – inizieranno a resuscitare”, e di sirene non se ne sentono da mesi. Almeno, non quante dovrebbero straziare l’aria di un Paese stretto nella morsa di una fantomatica “terza ondata”! I nostri governanti devono essersi giocati quei quattro neuroni che gli rimanevano se si sono convinti che la gente non abbia occhi e orecchie per valutare, in modo finalmente autonomo, la situazione. Non è che siamo tutti dei Roberto Speranza qualunque, asserviti all’ideologia del caro Quinto Fabio Massimo. Il numero di tamponi, e di contagiati, è palesemente truccato, e per far risultare che il Mondo sia sull’orlo di un collasso sanitario si è arrivato a riconteggiare i falsi positivi (la norma, considerando quanto siano attendibili i test) e gli esami ripetuti più volte sulle stesse persone. E neanche così la sproporzione torna. Eppure molti continuano a bersi tutto quello che il tritacarne mediatico ci propina. L’uniformità di informazione è tale che ogni telegiornale parla solo ed esclusivamente di Covid, di misure contenitive e di morti. E’ un assedio costante, che, secondo il detto latino “repetita iuvant” (distorto e strumentalizzato) porta le masse ad autoconvincersi che la colpa di tutto questo sia nostra. Non sto a descrivere il processo che si instaura nelle menti dei poveri cristi che ogni giorno si costringono ad ingurgitare tonnellate di notizie farlocche – molto meglio di me lo fa l’arcivescovo Carlo Maria Viganò nel sunto del suo intervento che presenterà ai partecipanti al prossimo summit “Truth Over Fear: Covid-19, the Vaccine, and the Great Reset” (30 Aprile e il 1° Maggio 2021), ma mi limito a citarne il nome: Dissonanza cognitiva. In pratica ci è quasi impossibile pensare che chi ci governa voglia il nostro male, in quanto noi persone fondamentalmente oneste. Ma, purtroppo, per quanto la maggior parte della gente sia onesta, chi ci governa esula da questa condotta ed è tutto fuorché onesto. Diciamo, tanto per usare un eufemismo tratto da Full metal Jacket, che la maggior parte di essi sono “uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta…” beh, tanto sapete come va a finire. E a questa massa di materia organica cosa potrà mai importare di noi, del popolo, del volgo bue? A mio avviso ben poco, tanto più che “loro” sono al riparo dagli effetti del virus, o, almeno così pare. Non vi pare strano che pochi (non dico nessuno perché non ne ho le prove) di loro siano crepati come cani nelle rianimazioni? Non ho visto nessun politico lasciarci le penne agonizzando e boccheggiando come una trota pescata e lasciata a morire a due passi dall’acqua. Che poi l’acqua, per noi l’ossigeno, era a portata di tutti. Quanti dottori hanno curato a casa con farmaci dai costi esigui e già in commercio? Parecchi, a quel che leggo dagli articoli presenti in rete e che non sono stati ancora censurati (tipo questo), ma queste sono solo notiziucce di terza scelta, ovviamente contrarie alla macchina sforna-soldi di chi basa tutta la sua credibilità sui vaccini.
D’altronde di solito, e di questo anch’io sono stato troppo spesso colpevole, l’Uomo non vuole informarsi, perché costa fatica. La pigrizia ci porta ad assimilare le cose con fantozziana arrendevolezza (ve le ricordate il chilo e ducentocinquanta grammi di cambiali firmate con glaciale indifferenza dal Ragioniere?). Ma non informarsi e lasciare che siano gli altri a selezionare cosa dobbiamo o non dobbiamo sapere è pericoloso; letale! Se, per fare un esempio, riteniamo eticamente corretto che i vaccini proposti per il Covid derivino da feti abortiti, vivisezionati e poi, solo poi (poveri bambini) uccisi; beh, non stupiamoci che Dio si stia leggerissimamente (tanto per rimaner fedeli al linguaggio del ragionier Ugo) inalberando. Poi, se come da molti ho sentito affermare – alcuni di essi sono anche amici, che erroneamente ritenevo decisamente meno capre – che i vaccini sono la salvezza assoluta e che non abbia senso preoccuparsi di cosa ci sia al loro interno (tanto più che, non si sa come, riescono anche a scacciare malesseri banali come artrosi, cefalee e quant’altro), non mi stupisce che pochi si siano stupiti del fatto che la loro sperimentazione sia durata meno di un batter d’occhi, e che la loro affidabilità (ed efficacia) sia più bassa di una bomba atomica costruita in garage. E poi arrivano i geni, quelli che come il Matteone nazionale (Renzi), che ci propinano la barzelletta “che non ci sia alcuna relazione causa-effetto tra la somministrazione e la morte di soggetti sani e privi di patologie pregresse”. Peccato che, per esempio qui e qui, si racconti qualcosa di molto più oscuro ed inquietante.
Ma lasciamoli fare, quelli dei Piani Alti ne sanno una più del Diavolo, anche perché molte volte è proprio il maligno ad ispirare le loro azioni illuminate. Noi, tanto per esser sicuri, contiamo il numero di sirene che sentiamo ogni giorno, e valutiamo con la nostra testa quanto la situazione sia effettivamente grave. Forse è più grave arrestare ogni attività di un paese ormai allo stremo, e che non so quanto potrà ancora reggere a questo bombardamento mediatico. A maggior ragione se El Argentino si mette a spiattellar sermoni sull’utilità di servirsi di – lo ripeto – non-vaccini estratti da feti abortiti e vivisezionati. Con buona pace degli insegnamenti cristiani sulla tutela della Vita e della Famiglia. Ma tanto Cristo ormai è démodé, e, al posto di proteggerci dal caldo infernale riparandoci all’ombra della Sua Croce, preferiamo osannare e celebrare il suo Acerrimo nemico, che trionfa sempre più nelle sue effimere vittorie quotidiane. Peccato che il tempo stringa, e il Diavolo, per quanto astuto, sa che alla fine sarà annientato dalla Santa Vergine; ma prova lo stesso a trascinar con sé il maggior numero possibile di uomini. Se vi fosse sfuggito è quello il suo “compito”, è il suo fine. L’eterno sconfitto, colui che mai trionferà sulla Chiesa di Cristo – perché così è stato scritto – tenta comunque di affossare l’Umanità, che, tanto per compiacere il lurido caprone da quattro soldi, gli si è votata, addirittura consacrandogli i suoi figli! Follia? In parte si, in parte malafede, in parte ignoranza, ottusità e poca attenzione.
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un video – che pubblico a fine articolo – riguardante l’inaugurazione del tunnel del San Gottardo; anno 2016. Erano presenti tutti i Capi di Stato di allora, tutti tronfi e “in alta uniforme”, fieri di assistere a quello che a molti, troppi, non è sembrato altro che un macabro rituale di morte, un inneggiare a Satana tramite una sequenza di danze pagane, immagini simboliche di chiara origine luciferina, grugniti e mugolii di chiara ispirazione esoterica. Il creatore di quell’abominio, il direttore teatrale tedesco Volker Hesse, ha messo in scena una vera e propria carrellata orgiastica in cui ballerini zombie, (prima presentati come massa informe di carne umana, che si muove all’unisono al ritmo di tamburi dal ritmo incalzante e frenetico), si prodigano nell’omaggiare il signore di questo mondo; poi, dopo esser rimasti letteralmente in mutande, non fanno mistero del volersi inchinare a quello che – solo nell’idea dell’autore e dei politichini elvetici – dovrebbe essere un innocuo stambecco; ma che, a tutti gli effetti, altri non è che Satana in persona. E al caprone tutto è volto, tutti balli si accentrano intorno alla sua figura, tutti i comprimari di questa danza demoniaca focalizzano l’attenzione della folla sulle sue movenze asimmetriche, spezzate e pruriginose. Immancabile l’arrivo della donna in rosso, richiamo biblico a Jezabel, generatrice di una figlia nata dall’unione con lo “stambecco”. E già a questo punto le sirene d’allarme avrebbero dovuto risuonare con tutta la loro forza. Non per richiamare la folla sull’imminente arrivo dei bombardieri, ma sul fatto che l’unione della bestia con quella donna sia qualcosa di deviato, e di profondamente profano. Ma nulla, tutti ad applaudire, a celebrare ancora, e con più forza l’occhio che scruta dalle loro spalle, da quel maxischermo che proietta immagini inquietanti, da quel palcoscenico da cui pendono cadaveri, fantasmi, angeli deformi, scarabei egizi – che ovviamente calzano a pennello con il tunnel del San Gottardo e con la Svizzera -, ed ogni sorta di richiami malefici. E invece niente, ancora grandi applausi, e canti “festosi”. Peccato che proprio uno di quei canti fosse un vecchio cantico germanico di chiara ispirazione satanica; il cui testo – in italiano – così recita :
Pare abbastanza chiaro a cosa si riferisca, soprattutto quando allude al fatto che (il Ponte del Diavolo) non sia stato costruito da mano d’uomo. Ma le sirene hanno taciuto, e tacciono tutt’ora, soffocate da chi ha bollato i cori di protesta che hanno seguito questo schifo (parlo di tutta la cerimonia) come “complottisti” e “ignoranti”. In fondo è stato solo un modo per celebrare la vita alpina. Come no? Un modo strano, bislacco e decisamente inquietante, ma perfettamente lecito per lorsignori, e per stampa ben ammaestrata. Anzi, meritevole di un plauso per l’originalità e la poca chiarezza di quanto è stato rappresentato. E per concludere sono apparsi svariati personaggi corredati da bastoni secchi e molteplici simboli pagani, anch’essi tutt’altro che inno di Vita. Ma ancora nessun suono si è levato dalla contraerea. Tutto normale, come era stato per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012 (non è che per caso l’immagine di quell’infinita schiera di letti d’ospedale pieni di malati vi ricorda qualcosa? no, ovviamente siamo tutti complottari anti-vaccinisti!).

In questa surreale atmosfera anossica vige una profonda cecità indotta, e non c’è da stupirsi che i promotori del Grande Reset stiano tirando i fili dell’Economia e della Politica mondiale: si sono resi conto che il clima di passività che sono riusciti ad instaurare in noi (con un fine lavoro di cesello durato decenni) ha raggiunto un tale livello di arrendevolezza che nulla (o quasi) ormai ci turba o ci fa sobbalzare sulla sedia gridando allo scandalo. Tutto è lecito, e tutto è legittimato, tranne ciò che è Bene, che, al contrario viene sistematicamente delegittimato e additato come antiprogressista. Non fa notizia nulla che non riguardi questa “terza ondata”, anche se in molti si chiedono se sia mai esistita una vera “seconda ondata” (mi riferisco sempre al raffreddore Covid); i non-vaccini la fanno da padrone, non fosse altro che per l’incredibile indotto che portano nelle casse di chi li crea e distribuisce, e non fa insospettire neppure un cargo, battente bandiera taiwanese (Stato – Taiwan – stranamente filo-statunitense), che blocca per giorni il Canale di Suez, uno dei principali corridoi commerciali che la Cina ha verso l’Occidente. La spiegazione, per esempio, che un “colpo di vento” l’abbia fatto incagliare sembra tanto una scusa di schettiniana memoria; ma finisce nel dimenticatoio come caso accidentale. Direi decisamente strano, ma è solo una mia personalissima opinione. Quello che mi preoccupa un pochino di più è che tutto ciò che ci sta accadendo sembra ricadere perfettamente nella tabella di marcia propria delle simulazioni (anno 2015!!) presentate alla sede del World Wildlife Fund, che prospettano per Aprile 2021 un sensibile “crollo degli approvvigionamenti” (per saperne di più), una rottura delle catene di distribuzione, e una conseguente penuria delle riserve. Ovviamente nessuno può dimenticarsi del necessario confinamento; poi, come mazzata finale, il reddito di base universale è previsto per aprile-maggio. Piani simili sono allo studio anche di altri “Colossi”, come la Bill & Melinda Gates Foundation, da sempre in prima fila nel prevedere che cosa, e in quale misura questa “cosa” “potrebbe” sconvolgere il Mondo. Ah, beh, non dimentichiamoci l’Event 201, vera panacea per ogni male, o l’interrogazione parlamentare di Randy Hillier (politico canadese), misteriosamente stroncata sul più bello.
Il succo è che sembra che qualcuno provi continuamente a farci fessi, sperando che nessuno se ne accorga, ma le voci fuori dal coro iniziano ad esser (per questi “qualcuno”) decisamente troppe, e il castello di carte che stanno cercando ancora, faticosamente, di tenere su sta collassando come, giust’appunto, un castello di carte costruito sulla sabbia. Mi permetto ancora di consigliarvi una serie di letture (che troverete nei link a fondo pagina), decisamente illuminanti sulle condizioni critiche in cui ci troviamo a dover annaspare in questo periodo. Ma la speranza è che la Pasqua di Nostro Signore sia davvero vicina, più vicina di quanto questi signori (che tentano di annichilirci) temano. Arriverà il tempo in cui il Male sarà ricacciato nell’Abisso, e la Santa Vergine schiaccerà la testa del serpente; l’ETERNO SCONFITTO (in barba a chi ha deciso di far terminare la vergognosa celebrazione per il San Gottardo proprio con l’immagine del treno – che simboleggia il serpente antico – che ascende al Cielo per impossessarsi del Trono dell’Altissimo). Sta a noi esser delle sirene, pronte ad urlare, ed urlare, ed urlare, reattive nell’annunciare l’arrivo dei bombardieri sionisti; pronte a schierarci, a differenza delle onniscienti sirene greche, a difesa dell’Umanità, e a fianco dell’Unico Redentore del Mondo. Dobbiamo divenire sentinelle vigili, pronte a cogliere ed accettare i segni dei nostri tempi, senza voltarci dall’altra parte per paura o per menefreghismo. Il destino del Mondo dipende dall’impegno di ognuno, dalla nostra Fede e dalle nostre Preghiere. Non dobbiamo essere come le vergini stolte del Vangelo di San Matteo, dobbiamo saper vegliare, e conservare, anche noi, l’olio per quando tornerà il Redentore del Mondo.
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